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S. FAMIGLIA di GESÙ, MARIA E GIUSEPPE GIUSEPPE.


1. Una nuova creazione, un nuovo Adamo.

In questa prima domenica dopo il Natale la Chiesa coi fa celebrare la festa della Santa Famiglia. Infatti, uno degli aspetti più importanti del Natale è proprio quello della famiglia." Il figlio di Dio è venuto in mezzo alla famiglia umana. "Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi". Dio non è venuto solo per me, è venuto tutti noi. Ed è proprio con il Natale che ha inizio una nuova generazione: quella dei salvati, dei figli del nuovo Adamo. Cristo è il nuovo Adamo, il primo nato della umanità nuova che vive in comunione con Dio.


Nel tempo di Natale si legge più volte il prologo del Vangelo di Giovanni, proprio perché parla di una nuova creazione: "In principio era il Verbo... Egli venne tra i suoi... e a quanti l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio." Natale è la festa di questa nuova famiglia umana, di coloro cioè che sono diventati figli di Dio. Natale non si esaurisce con un incontro personale con Cristo, ma esige il nostro incontro con gli altri. Natale è la festa della grande famiglia umana, e anche del nucleo famigliare al quale noi apparteniamo.


Questa domenica dopo il Natale dunque è altro che un prolungamento della non celebrazione del Natale stesso.


2. Gesù nel tempio di Gerusalemme


Quest'anno la Chiesa nella festa della Santa Famiglia ci fa proclamare il Vangelo di Luca che racconta un avvenimento dell'infanzia di Gesù. Gesù ha ormai 12 anni e sale a Gerusalemme con la sua famiglia per vivere li le feste pasquali. La sua è una famiglia di ebrei osservanti, devoti, che amano recarsi nella Città santa almeno per una delle tre grandi feste di pellegrinaggio: Pasqua, Pentecoste, Capanne. La famiglia di Gesù per la Pasqua è solita salire a Gerusalemme e recarsi nel Tempio. Proprio mentre è a Gerusalemme e nel tempio Gesù si perde. Nulla sappiamo dei tre giorni impegnati dai genitori alla ricerca del figlio. Possiamo solo immaginare l'affanno, i percorsi di ricerca e lo sconcerto interiore [che forse rischia di minacciare perfino quella preghiera che fino a qual momento ha sempre uniti fiduciosamente Signore.] si eccettuano avvenimenti della nascita: questo l'unico episodio noi conosciamo 30 anni che Gesù passato Nazareth. I genitori dopo giorni ritrovano Gesù proprio tempio. ritrovano a curiosare vari ambienti cui il Tempio compone, come es. nei luoghi del commercio legati ai sacrifici. trovano gli scribi per ascoltare loro insegnamento porre loro domande. Il quadro che presenta Maria Giuseppe dovrebbe tranquillizzarli, ma scambio di parole che intercorre loro il figlio non fa che aumentare loro sconcerto. Infatti sentono rispondere che lui non era affatto perso, hanno sbagliato loro cercarlo altrove non nel tempio.


Egli ha per i suoi genitori quasi una parola di rimprovero: "Perché mi cercavate? Non sapevate che debbo occuparmi delle cose del Padre mio?"


Sono le uniche parole di Gesù che rompono il silenzio dei 30 anni passati a Nazaret.


Sono parole difficili e l'Evangelista Luca si affretta a dirci che anche i genitori di Gesù non le hanno capite.


C'è un primo contrasto sulla parola Padre. Tuo padre ed io ti cercavamo. Gesù risponde: "È necessario che mi occupi delle cose del Padre mio" A Giuseppe che Maria designa come padre, Gesù oppone il suo vero Padre: il Padre che sta nei cieli


Ma c'è anche un contrasto sulla condotta. Se i genitori sono sconcertati della condotta del fanciullo Egli è altrettanto sconcertato della condotta dei genitori. "Figlio perché ci hai fatto questo? Ecco tuo padre ed io angosciati ti cercavamo." "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?" I genitori si lamentano delle ricerche che hanno


dovuto fare; ma Gesù risponde dicendo che essi sapevano dove dovevano cercare. La casa del Padre era il tempio di Gerusalemme.


3. Gesù si trova nelle scriture


Il Vangelo di oggi ci insegna che Gesù si incontra solo nelle scritture. Come il Risorto sarà incontrato e riconosciuto dai due discepoli di Emmaus nell'atto di spiegare le Scritture (Lc 24, 32), così i genitori di Gesù lo trovano mentre nel tempio ascolta i maestri e li interroga sulle Scritture. Ricordiamoci che sempre noi possiamo incontrare Gesù nelle Scritture. Sono due i verbi che dobbiamo mettere in pratica nel nostro rapporto con le scritture se vogliamo incontrare il Signore: ascoltare e interrogare. Ascoltare, cioè permettere che la parola entri in noi con tutta la sua forza. Interrogare significa non porci come di abitudine la domanda che cosa deve fare?', ma 'qual è il volto di Dio che sto cercando?'


4. Il mistero pasquale che Gesù è chiamato a vivere.


"To devo occuparmi delle cose del Padre mio". Dunque Gesù ha la necessità di compiere qualcosa. Ogni volta che nella Bibbia si usa questa parola: "Io devo" o "è necessario", ciò indica sempre un legame con la passione e la morte o con una profezia che si deve compiere. ["È necessario che il Figlio dell'uomo riceva molte sofferenze... che sia messo a morte, e che risusciti il terzo giorno." E' necessario che noi saliamo a Gerusalemme, e là si compiranno le cose dette dai profeti circa il Figlio dell'uomo." Cosi Gesù ai discepoli di Emmaus: "Uomini di poca fede, non era necessario che il Figlio soffrisse per entrare nella sua gloria?" (Atti 11). E ancora agli undici: "Era necessario che si compisse tutto quanto era stato detto di me nella legge, in Mosè, nei profeti e nei salmi." Se gli Apostoli avessero conosciuto meglio le Scritture non si sarebbero lasciati sorprendere dagli avvenimenti.]


"Non sapevate, dice Gesù ai suoi genitori, che io debbo occuparmi delle cose del Padre mio?" Piuttosto che cercarlo nelle locande e nelle strade avrebbero dovuto riflettere sugli insegnamenti delle Scritture.


I suoi genitori non capirono anche perché si riferiva ad avvenimenti futuri. Gli avvenimenti futuri erano quelli della sua morte e risurrezione. Luca sottolinea la relazione di questo episodio con il mistero pasquale. Le donne il mattino di pasqua non trovarono il corpo di Gesù, e anche Maria e Giuseppe non lo trovarono. "Perché lo cercate: egli non è qui è risorto". "Perché mi cercavate?"; "Era necessario che il Cristo risorgesse dai morti"; "È necessario che mi occupi delle cose del Padre mio". Gesù rimane tre giorni nel sepolcro Gerusalemme. e tre giorni ai genitori non capirono. Maria conservava queste cose nel suo cuore, aspettando che gli avvenimenti le rivelassero il mistero pasquale che il Signore doveva compiere.


Il Vangelo di oggi dunque è un invito alla nostra fede a riconoscere nel bambino del presepio non il figlio di Giuseppe ma il Figlio di [18:20, 10/1/2022] Riccardo: Dio che è venuto per salvarsi attraverso la sua morte e la sua risurrezione.


Questo bambino nel presentarsi a noi già ci preannuncia il mistero della sua venuta: morte e risurrezione.


5. Il primato di Dio nella nostra vita


Dunque Natale è la festa della famiglia: Dio in Cristo viene nella famiglia umana, nella Chiesa, nella nostra famiglia. È la festa della comunione nella famiglia, nella comunità. A Natale non c'è posto per la solitudine. Il bambino inoltre ci esorta a cercarlo nelle scritture: solo ascoltando e interrogando le scritture noi lo possiamo trovare. Il bambino infine ci sottolinea il primato di Dio nella nostra vita: nella nostra famiglia, nella educazione dei figli, nella società.


Gesù ci insegni a dare sempre il primato a Dio nella nostra vita e a saperlo sempre riconoscere in ogni circostanza come nostro Padre.

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