CORPUS ET SANGUIS DOMINI
1. Un cammino di fede pasquale
In questa II Domenica dopo Pentecoste la Chiesa ci invita a fissare la nostra attenzione sull'Eucaristia. Celebriamo infatti la solennità del Corpo e del Sangue del Signore. La festa è nata dopo l'anno mille, quando si operò nei fedeli un mutamento nella pietà eucaristica verso l'Eucaristia. Per mille anni la chiesa aveva considerato l'Eucaristia soprattutto come santificazione degli uomini, e aveva considerato fine primario della Messa non quello di rendere presente Cristo, quanto piuttosto quello di nutrire le anime. A partire dall'anno 1000 invece l'attenzione viene spostata sulla presenza reale di Cristo sotto i segni del pane e del vino. E così la pietà popolare si indirizza sempre più verso la presenza reale. A seguito di tale tendenza e ad iniziare da qualche secolo più tardi, si va diffondendo l'uso della Comunione fuori della Messa e il SS. Sacramento, conservato fino allora per gli ammalati generalmente in un luogo fuori della chiesa, si comincia a custodire e ad adorare in chiesa. La festa del "Corpus Domini" viene estesa a tutta la chiesa verso il 1300.
La storia sull'origine della festa ci aiuta a comprendere la celebrazione che stiamo compiendo. Tuttavia, solo la meditazione delle letture bibliche che abbiamo appena ascoltato ci dà la possibilità di comprendere pienamente il mistero che celebriamo e il rapporto che esso ha con la nostra vita di fede.
La Santa Messa della solennità del Corpo e del del Signore che stiamo celebrando Sangue tradizionalmente è caratterizzata da due elementi: un cammino processionale, la processione cioè con il Santissimo Sacramento che generalmente si percorre insieme per le vie della parrocchia, e l'immagine dell'alleanza tra Dio e il suo popolo che ci è presentata dalle letture della celebrazione.
Il Vangelo inoltre conferisce un carattere marcatamente pasquale a questa nostra celebrazione domenicale: il Signore Gesù infatti mangia la Pasqua con i suoi discepoli, "Il primo giorno degli azzimi quando si immolava la Pasqua".
-L’immagine del cammino
La prima immagine che ci offre questa celebrazione è dunque quella del cammino. Il cammino verso una meta è una delle caratteristiche non solo del periodo pasquale ma di tutta la vita cristiana.
Tutti noi ricordiamo che la settimana Santa si è con il solenne ingresso di Gesù in aperta Gerusalemme. Anche noi ci siamo uniti al gruppo dei discepoli e alla folla della città per acclamare il Cristo. Nei giorni del Triduo pasquale poi la Chiesa ci ha fatto percorrere altri due cammini: la via dolorosa, cioè la Via Crucis, verso il Calvario, un cammino pubblico; nel giorno di Pasqua un cammino nel nascondimento: anche noi insieme con alcune donne e alcuni discepoli ci siamo recati al sepolcro. Ogni volta la Chiesa ci ha invitato a percorrere un cammino di fede. E' il cammino che ciascuno di noi è chiamato a percorrere insieme con i discepoli di ogni tempo. La fede infatti non è un dono garantito per sempre, è un tesoro che bisogna custodire e approfondire attraverso l'impegno, la ricerca e lo sforzo di ogni giorno. Quello di andare oltre ciò che si vede è un percorso difficile nel mondo odierno e spesso accompagnato dalla sofferenza e dal dubbio, ma è l'unico che ci può salvare.
In questo cammino della fede oggi la Chiesa con la processione del Santissimo Sacramento ci ricorda che noi non siamo soli, il Signore Gesù si è fatto nostro compagno di viaggio, egli continua a percorrere le vie delle nostre città per invitare tutti a sedersi a tavola insieme con lui per celebrare la Pasqua.
-L’incontro con il Signore nel cenacolo
Il cammino di fede porta all'incontro con il Signore. Cammino e incontro sono dunque due realtà del medesimo mistero. E' per questo che la narrazione evangelica ci presenta, insieme alla descrizione del cammino, anche il luogo nel quale è descritto l'incontro dei discepoli con il Signore: la sala arredata al piano superiore, il cenacolo, dove il Signore ha istituito l'Eucaristia e ha dato il comandamento dell'amore.
Anche noi ogni volta che come ora siamo riuniti per celebrare l'Eucaristia compiamo una sosta nel nostro cammino di fede per incontrarci con il Signore e ascoltare la sua parola.
Il Vangelo appena proclamato ci parla proprio del nostro incontro con il Signore Gesù.
3. Il Signore è presente
Come nel cenacolo in mezzo ai suoi discepoli, il Signore è presente nella nostra assemblea. Il Dio della nostra fede non è un Dio lontano. Egli interviene nella storia, chiama l'uomo per nome e lo interpella. Il cristiano è dunque chiamato a mettersi in ascolto del Figlio di Dio, in colui che ci ha rivelato nel suo volto umano il volto di Dio invisibile.
Si, il Signore è presente è in mezzo a noi, ma è veramente il centro della nostra vita? Guardiamo sempre a lui? Lo ascoltiamo? Lo seguiamo?
La fede cristiana non è astratta, è rivolta ad una persona, al Signore Gesù: è uno slancio del cuore, un'adesione di tutto il proprio essere.
Le sue parole non devono solo essere percepite dall'udito ma devono scendere nel cuore.
4. Vivere l'esperienza dell'alleanza
La parola del Signore ci parla oggi dell'Alleanza tra Dio e il suo popolo. L’antica alleanza ha luogo al Sinai ed è accompagnata dall'aspersione del Sangue sui due contraenti: Dio, significato dall'altare, e il popolo. L'alleanza ha un carattere bilaterale: da una parte c'è il dono di Dio e dall'altra c'è l'esigenza del popolo alla obbedienza: "Quanto il Signore ha detto, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto."
Il Vangelo poi sottolinea il carattere della nuova alleanza proprio dell'Eucaristia. una parte Da l'Eucaristia è la sintesi di tutto la vita di Gesù: egli ci dona tutto se stesso "dà la vita per i propri amici", "Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi", "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per la moltitudine." Ma dall'altra l'Eucaristia è anche l'offerta di tutta la vita del cristiano. L'atto di mangiare il pane e di bere il vino eucaristici significa che la nostra vocazione è quella di partecipare alla vita di Gesù, di entrare anche noi nella dinamica dell'alleanza nuova, esige cioè di compiere il passaggio dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita. Il mistero pasquale vissuto da Gesù diventa il mistero pasquale della nostra vita. La comunione di vita con il Signore impegna dunque ciascuno di noi, la nostra comunità, la Chiesa intera a fare della propria vita una vita donata agli altri. La vita del cristiano è un dono.
5. La testimonianza dell'amore
Vivere l'alleanza nella nostra vita, esigita dalla partecipazione all'Eucaristia, è essenzialmente vivere la testimonianza dell'amore. L'Eucaristia infatti è tutta in un gesto di amore. "Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amo sino alla fine", "Mentre mangiavano, prese il pane... e lo diede loro dicendo: prendete questo è il mio corpo. Poi prese un calice... e disse loro: questo è il mio sangue dell'alleanza che è versato per voi e per tutti".
Per giudicare se un atto della nostra vita corrisponde o no alla nostra vocazione cristiana è sufficiente domandarsi se è un atto di amore. La carità cristiana tuttavia non è solo amore fraterno non è semplice filantropia ma ha origine dalla carità di Cristo crocifisso e risorto per noi
L'Eucaristia che celebriamo per essere autentica deve quindi produrre nella comunità atti di comunione, di riconciliazione, di perdono e di amore. "Le azioni liturgiche non sono azioni private.. ma appartengono all'intero Corpo della Chiesa, lo manifestano e lo implicano" (SC, 26). Se questo non avviene la nostra Eucaristia è ridotta ad una semplice e vuota ritualità. Non dimentichiamo che l'Eucaristia è la scuola più autentica della vita cristiana. Qui noi ogni domenica impariamo alla mensa della parola e del pane di vita ad essere discepoli di Cristo e a vivere la sua stessa vita.
La domenica è veramente per noi un giorno particolare? È un incontro con il Signore nella Comunità?
Noi non possiamo essere cristiani, amare gli altri se prima non facciamo esperienza dell'amore di Dio nella celebrazione comunitaria della domenica. È proprio vero anche per noi ciò che dicevano i primi cristiani: "Senza la domenica non possiamo vivere"?