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 Solennità della Pentecoste 


  1. La Pentecoste 


Pentecoste in lingua greca significa cinquanta. Si tratta dei cinquanta giorni racchiusi tra la solennità della Pasqua e la solennità della Pentecoste che costituiscono il tempo pasquale.

Per oltre centocinquanta anni la Chiesa primitiva ha conosciuto nel corso dell’anno solo il tempo pasquale e la domenica, la pasqua settimanale. Il tempo pasquale è caratterizzato dagli incontri del Signore risorto con i suoi discepoli. É il tempo della fede, perché il Risorto, entrato nella Sua gloria, non è più visibile come durante la sua vita terrena, e lo si può riconoscere presente solo attraverso gli occhi della fede. 

Il tempo pasquale è il tempo della effusione dello Spirito: “ Ricevete lo Spirito Santo “ dice il Signore ai discepoli il giorno di Pasqua e oggi, giorno di Pentecoste, la chiesa ci fa ascoltare ancora le stesse parole e ci fa vivere lo stesso Mistero. 


  1. I discepoli erano riuniti insieme


Il Signore Gesù durante il tempo pasquale appare ai suoi discepoli quando essi sono riuniti insieme: nel cenacolo il giorno di Pasqua, otto giorni dopo quando ancora si ritrovano insieme, ai due discepoli di Emmaus che camminano insieme, a Pietro e agli apostoli che pescano insieme sul lago di Galilea. Lo stare insieme, fare comunità, fare Chiesa, è condizione essenziale per la presenza di Gesù e per la effusione dello Spirito. Mentre si trovavano tutti insieme, cioè quando gli apostoli si costituiscono come comunità, allora inizia la Chiesa, il nuovo Israele, solo allora quando sono tutti insieme avviene la effusione dello Spirito Santo. 


b) La sera di quello stesso giorno


Il giorno “delle apparizioni di Gesù” e della effusione dello Spirito, è un giorno ben preciso della settimana, è il primo giorno dopo il sabato. Ogni Domenica Gesù appare ai suoi discepoli ed effonde su di essi il suo Spirito. La sua presenza è centrale. É stato crocifisso in mezzo a due ladroni, ora è in mezzo ai suoi discepoli: Egli è il punto di incontro, verso di Lui devono guidare i discepoli di ogni tempo. Ancora oggi Egli è al centro della nostra comunità. A Lui dobbiamo rivolgere il nostro sguardo se vogliamo ricevere il soffio del Suo Spirito ed essere salvati.

L’apparizione di Gesù avviene, quando già è buoi ed i suoi discepoli riuniti sono pieni di paura. Si, il Signore è qui per celebrare con noi l’Eucaristia, per liberarci, come ha fatto con i Suoi discepoli, dalle nostre paure, dai nostri dubbi, dalle nostre tristezze, per farci dono della pace, della gioia, del Suo Spirito, per darci il coraggio della testimonianza cristiana. La Pasqua del Signore è domenica, la solennità di Pentecoste è sempre domenica. La domenica è veramente per noi un giorno particolare ? É un incontro con il Signore nella Comunità per ascoltare la Sua Parola e ricevere il Suo divino Spirito? 


c) Egli mostrò loro le mani ed il costato 


Il Signore vuole che i discepoli vedano sul Suo corpo i segni della Passione. Vuole che essi comprendano che Egli è colui che ha dato la vita per loro. La Santa Chiesa mostrandoci il Corpo ed il Sangue del Suo Signore in ogni celebrazione dell’Eucaristia ci ripete: “ Ecco l’Agnello di Dio, Ecco colui che toglie i peccati del mondo” . Sì, colui che nella notte di Pasqua ha preso per mano Adamo, l’uomo peccatore, e lo ha portato dal regno dei morti verso la vita è il buon Pastore, è “Colui che toglie i peccati del mondo”. Il Suo costato aperto continua a versare il sangue che ci salva, Egli continua ad alitare sulla comunità dei discepoli e ad effondere su di essi il Suo Spirito di vita. 

Il Sangue che esce dl fianco attesta che Gesù è il vero sacrificio, il vero Agnello pasquale, offerto per la salvezza del mondo (Gv 6, 51) .

L’acqua è il simbolo eminente dello Spirito Santo che viene effuso sulla Chiesa nuovo popolo di Dio. Il Sangue e l’acqua che sgorgano dal fianco di Gesù sono i simboli che rivelano il significato della Sua vita e della Sua morte. Tutta la vita di Gesù infatti è stata un offerta di amore al Padre ed di amore per gli uomini. “Tutto è compiuto” . 

Per l’Evangelista Giovanni il dono dello Spirito Santo è frutto della Pasqua: la sera di quello stesso giorno alitò su di loro e disse: “ Ricevete lo Spirito Santo” . 

Ma già al momento della morte di Gesù sulla croce, Giovanni ci ricorda l’effusione dello Spirito sulla Chiesa. “ Egli consegnò lo Spirito” . Il Signore crocifisso ci fa dono ella Sua vita, ci consegna il Suo Spirito di amore per superare l’ostilità del mondo. Al momento del colpo di lancia, l’Evangelista Giovanni ci ricorda per la seconda volta l’effusione dello Spirito: l’acqua che esce dal costato di Cristo è il segno ella effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa nascente. L’effusione dello Spirito, per Giovanni, è la primizia del giorno nuovo, della domenica, giorno in cui la comunità celebra il mistero pasquale. L’ultimo respiro del Crocifisso si identifica con il soffio del Risorto divenendo fonte di un’umanità nuova, rinnovata nell’amore.

Lo Spirito Santo che ci viene dato è anche un dono che deve far germogliare nella nostra vita benevolenza, pazienza, mitezza e pace. È un dono che viene dato dal corpo del Risorto al corpo di tutta la Chiesa affinché ogni credente ricevuto il soffio di Dio possa comunicarlo al mondo.

La Chiesa è chiamata a testimoniare la meraviglia compiuta da Dio nel risuscitare Gesù dai morti e cioè ad annunziare il perdono e l remissione dei peccati. 


2) Le condizioni per ricevere lo Spirito


Si, oggi per noi si compie l’effusione dello Spirito. Ma perché l’effusione dello Spirito Santo sia autentica, il Signore esige alcune condizioni. 


  1. La fede


Che cosa significa credere? Significa anzitutto ascoltare un “Dio che parla” il Dio della nostra fede non è un Dio lontano. Egli interviene nella storia, chiama l’uomo per nome e lo interpella. Ci ha chiamati per nome nel Battesimo, ci chiama per nome nella Confermazione ed ogni volta che riceviamo un sacramento. Il cristiano è dunque chiamato a mettersi in ascolto del figlio di Dio, in colui che ci ha rivelato nel Suo volto umano il volto di Dio invisibile. Ma credere, ascoltare il Signore Gesù, significa amarLo senza averLo visto, vivere la Sua vita, seguire le Sue tracce, stare con Lui. I cristiani sono coloro che vivono la loro esistenza come Lui ha vissuto la Sua esistenza umana, animati dallo stesso Spirito che fu di Gesù. 


-Incontrare Gesù


Credere in Gesù significa in realtà incontrarLo. Il cristianesimo infatti non è solo professare una dottrina, ma soprattutto vivere un evento: l’incontro con il Signore Gesù. È stata l’esperienza dei primi discepoli, degli apostoli e di Paolo. All’inizio c’è stato un incontro con Gesù, c’è stata una Sua parola, e chi l’ha accolta nel cuore si è sentito “conquistato” , “scelto” e “chiamato”. Questa esperienza si rinnova ancora oggi. l’incontro pasquale con Cristo si rinnova per noi. Egli dice a noi le stesse parole che disse agli Apostoli il giorno di Pasqua: “ Ricevete lo Spirito Santo”. Il Signore Gesù bisogna incontrarLo, ascoltarLo, credere in Lui. seguirLo durante tutta la vita per poter risorgere con Lui. A partire dal Battesimo il cristiano deve iniziare una nuova vita di fede nello Spirito. 


  • Un realtà nascosta


La vita di fede tuttavia è una realtà nascosta, non sempre visibile ed evidente, difficile e a volte minacciata e contraddetta dalla incredulità che permane nel credente. Ricevere il Battesimo, riceve la Confermazione e l’Eucaristia, avere fede non significa essere senza dubbi, né avere una fede che non subisce prove. Anche noi come i discepoli del Vangelo possiamo avere “ poca “ fede e possiamo cadere nella incredulità.


b) La testimonianza dell’amore


Nonostante le proprie debolezze il cristiano è chiamato alla testimonianza. La seconda condizione infatti che oggi ci viene richiesta è la testimonianza dell’amore. Essere chiamato alla testimonianza per il cristiano significa anzitutto essere chiamato alla conversione. Il cristiano è chiamato ad una lotta contro il peccato, contro le tentazioni della carne, il desiderio del possesso, l’arroganza del dominio. Il cristiano è chiamato ad un combattimento ma non per sopraffar egli altri, ma per manifestare l’amore. La testimonianza cristiana è quella dell’amore. L’amore è il segno che lo Spirito Santo è in noi ed agisce in noi. Si tratta dell’amore vero, autentico, non superficiale, sincero e senza finzioni. L’amore del cristiano non è quello che rimanda sempre al domani, che si vede solo nelle grandi occasioni, che nelle intenzioni va sempre al di là della realtà concreta, che non vuole mai correre rischi. 


c) Far parte della Comunità dei discepoli


La terza condizione è far parte del gruppo dei discepoli. Gli Atti degli Apostoli ci riferiscono che lo Spirito Santo scese sul gruppo dei discepoli. Il cristiano non è un solitario. Ogni credente è preceduto da altri credenti da cui ha ricevuto la fede. Il Dio della nostra fede è stato il Dio dei nostri padri. Ciò significa che c’è un grembo in cui il cristiano è generato dal Spirito, che c’è un ambiente in cui il cristiano cresce e diventa maturo, che c’è uno spazio in cui il cristiano vive la comunione con Cristo e con i fratelli. Questo grembo, questo spazio e questo ambiente sono la Chiesa.


Cari Fratelli e Sorelle, lo Spirito, che oggi ci viene dato è lo Spirito delle chiese parrocchiali in cui si vive la vita cristiana ordinaria e quotidiana, in cui si vive la realtà della Domenica . “ Senza l’Eucaristia domenicale non possiamo vivere” , dicevano al Proconsole Romano i primi cristiani dell’Africa del Nord. La nostra testimonianza cristiana deve partire dalla partecipazione alla Eucarestia domenicale.

Tutti noi non dobbiamo mai dimenticare che la nostra fede, il nostro incontro con Cristo risorto sono radicati nei sacramenti dell’iniziazione cristiana. La nostra fede diventa sempre più matura, la nostra testimonianza riceve sempre nuda forza, domenica dopo domenica, nella partecipazione attiva pia e consapevole alla celebrazione comunitaria dell’Eucaristia. 


In Conclusione 

Se vogliamo che l’effusione dello Spirito Santo su di noi non sia solo il ricordo di un avvenimento del passato, ma un evento che si compie nella nostra comunità, è necessario il nostro impegno ad avere nel cuore e nella vita una grande fede, un autentico amore Cristian ed una vita di partecipazione alla comunità ecclesiale. Fede ed amore cristiano non solo nella gioia, nel benessere, nella serenità, ma soprattutto quando siamo soli, abbattuti, delusi, allora è il momento della fede e dell’amore autentico, è il momento di pensare all’Eucaristia, è il momento di rinnovare la fede del nostro Battesimo, di chiedere al Signore una nuova effusione dello Spirito: “ O Signore fa che sia sempre operante in noi la potenza del Tuo Spirito”. 


  • La nostra testimonianza 

Sugli apostoli nel giorno di Pentecoste discende l’energia dall’alto (Lc 24, 49) ed essi, “ Pieni di Spirito Santo” lasciano il loro ritiro e annunciano con franchezza l’opera della salvezza compiuta dal Salvatore. Anche noi siamo chiamati a impegnarci a comunicare lo Spirito che abbiamo ricevuto. Non si tratta di compiere atti o gesti straordinari ma di testimoniare il Signore nella ordinarietà della nostra vita quotidiana. 

Ci sia di esempio la Beata Vergine Maria, Madre di Gesù. Ella rimane per noi modello di concordia, comunione, pace e di docilità alla voce dello Spiro Santo. Impariamo da Lei ad ascoltare il Signore, ad accogliere il Suo Spirito e a comunicare a tutti la Sua pace ed il perdono dei peccati. 

A Lei rivolgiamo la nostra preghiera:


Santa Maria,

Vergine della Pentecoste,

Nella chiesa nascente 

Tu sei testimone dell’infanzia di Gesù, 

Presenza orante, concorde, attesa supplice dello Spirito.

Insegnaci, Madre, 

A vivere della preghiera assidua, nella ricerca della Comunione Fraterna, nella fedeltà all’insegnamento degli apostoli.

Vergine, Gloria dello Spirito, 

Primizia della Chiesa, 

Intercedi per noi presso il Tuo Figlio.

Amen


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